La nostra presidente Giovanna Melandri per HUFFINGTON POST
Non esiste strumento più efficace per avviare una trasformazione profonda dell’economia e rendere giusta la
transizione ecologica
Fra pochi giorni, con il summit finale del 30 e 31 ottobre, si conclude il G20 a presidenza italiana. E lo scorso
7 ottobre si è concluso il B20, il “forum business” presieduto da Emma Marcegaglia e coordinato da
Confindustria, con oltre 1000 delegati tra imprenditori e investitori dei paesi G20, rappresentativi di una
community di oltre 6,5 milioni di imprese. Oggetto dei lavori del B20 è stato, inevitabilmente, il tema della
ricostruzione economica post pandemia da Covid 19: creare un ecosistema equo e inclusivo capace di non
lasciare indietro nessuno – persone, imprese, paesi; collaborare per rispondere alla crisi attuale e fronteggiare
le possibili crisi future; condividere responsabilità e soluzioni, assicurando nutrimento, istruzione e cure di
qualità per tutti, in quanto abitanti dello stesso pianeta.
Il final summit del B20 ha consegnato ai governi del G20 i Policy Papers del mondo dell’economia e della
finanza, un documento contenente 32 policy recommendation, 93 call to action e 37 KPI, che evidenziano le
principali urgenze del pianeta e identificano gli strumenti adeguati per rispondervi. Con due punti cardine:
l’inclusione come obiettivo generale e irrinunciabile e l’impact investing come uno degli strumenti decisivi
per raggiungerlo. La finanza a impatto è entrata con vigore nell’agenda politica del B20: “Scale up Sustainable
Finance and Support Impact Investing and Financing” compare fra gli obiettivi chiave del documento finale.
A riprova che il mondo del business e della finanza sembra aver compreso come le decisioni di investimento
non possano più prescindere dalla dimensione strutturale dell’impatto sociale e ambientale generato oltre a
quelle del rischio e rendimento. Un salto di consapevolezza che sta trasformando la natura stessa del
capitalismo tradizionale, al centro della partnership con il B20 durante tutto il 2021 del Global Steering Group
for Impact Investment (GSG), il movimento globale della finanza a impatto, presieduto da Sir Ronald Cohen,
insieme a Social Impact Agenda per l’Italia (SIA), il suo Advisory Board italiano.
Nel documento finale elaborato dal B20 e in discussione nel summit finale del G20, la finanza a impatto è
citata come mezzo fondamentale per accelerare la ripresa post Covid e realizzare obiettivi strategici su scala
globale: contrastare la povertà, promuovere la sicurezza alimentare ed espandere l’accesso a risorse critiche,
per esempio tecnologia e vaccini. L’impact investing è portato all’attenzione del G20 anche attraverso le
raccomandazioni approvate a conclusione dei lavori più specifici della Task Force B20 su “Finanza e
Infrastrutture” presieduta da Carlo Messi a cui Social Impact Agenda per l’Italia ha contribuito fattivamente.
Non semplici proposte dalla comunità economica ai governi, ma attività concrete, con due o tre linee di
azione immediate e obiettivi misurabili da qui al 2024: promuovere lo sviluppo di tassonomie ambientali e
sociali, metriche e standard di reporting di impatto comuni e condivisi; adottare gli schemi Payment by Result
(PBR) per aumentare i flussi di capitale privato verso gli investimenti a impatto; favorire l’accesso delle PMI
e delle imprese sociali al capitale e al credito; accelerare i processi di digitalizzazione e innovazione nel
settore finanziario; incrementare le competenze e l’educazione finanziaria ; migliorare il finanziamento delle
infrastrutture, incentivando investimenti in progetti infrastrutturali sostenibili e promuovendo progetti di
rigenerazione urbana.
Attraverso la presidenza G20 e la copresidenza della COP26, il governo Draghi ha una grande opportunità per
far confluire queste raccomandazioni nell’agenda politica globale e per orientare alcune scelte che possono
risultare cruciali per il futuro del pianeta. Il G20, insieme alle istituzioni internazionali, comprese le banche
centrali e le banche multilaterali di sviluppo, potrebbe agire come catalizzatore per attrarre capitale privato
paziente e promuovere un nuovo ciclo di investimenti ad impatto, sostenendo il lancio di fondi dedicati e altri
veicoli finanziari che incentivino in Chiave di sostenibilità integrale le partnership pubblico-privato. Non esiste
strumento più efficace dell’impact investing per avviare una trasformazione profonda dell’economia e
rendere giusta e davvero traguardabile la transizione ecologica. Anche il mondo del business ne ha preso
piena coscienza. Ora sta ai decisori politici facilitarne lo sviluppo e la diffusione.