La nostra presidente Giovanna Melandri per HUFFINGTON POST
La proposta arriva dalla Harvard Business School e dalla rete mondiale degli impact investors (il Global Steering Group for Impact Investment) e ha il sapore di una svolta storica nel mondo della finanza e dell’impresa.
Si chiama Impact Weighted Accounts Initiative (IWAI). Significa rendere misurabile l’impatto sociale e ambientale generato da ogni impresa attraverso gli strumenti della contabilità. Costruendo una vera e propria “contabilità integrata”, capace di tenere insieme valore finanziario, valore ambientale e valore sociale.
Numeri utili, decisivi per poter comparare bilanci e conti economici delle imprese e “pesarli” sul piano dell’impatto sociale e ambientale. Per mettere nelle condizioni gli investitori “impact” di valutare con coscienza dove direzionare le proprie scelte. Quali sono gli impatti positivi di un certo business su ambiente, società, lavoratori e clienti? Queste informazioni devono essere tracciabili nei bilanci e nei conti economici. Per orientare le scelte di investimento e assicurare quell’accelerazione concreta, reale, di cui la impact economy ha bisogno.
A lavorare a questa metodologia per rendere la finanza impact qualcosa di tangibile, concreto, attraverso la misurazione dell’impatto (sociale e ambientale) nella contabilità aziendale é l’economista George Serafeim, che domani ospitiamo in Italia in un webinar aperto e gratuito organizzato da Social Impact Agenda per l’Italia (il network nazionale della finanza e degli investimenti impact) a cui parteciperanno protagonisti importanti della finanza, dell’impresa e dell’accademia italiana.
Lo stesso Serafeim è già pronto con uno studio-pilota a mettere alla prova i bilanci di tutte quelle aziende che vogliono centrare il proprio business sulla sostenibilità ecologica e sociale. E, con l’iniziativa di domani, mette a disposizione la possibilità di entrare in questa sperimentazione su scala mondiale anche alle imprese italiane che vorranno scommettere sull’impatto. Sulla base di questa “impact transparency” le imprese potranno attrarre meglio i capitali della finanza impact, ovvero di quegli investitori che vogliono intenzionalmente direzionare le proprie risorse, sapendo di scommettere davvero su progettualità innovative. Un’opportunità in più per stare sul mercato con qualità e sfidare la crisi migliorando il business, ora più che mai.
In Italia, è Enel ad aprire questa pista, proprio grazie alla collaborazione con Serafeim e la Harvard Business School. Ma potrebbe esserci un virtuoso effetto-contagio anche sulle altre grandi imprese italiane. Non senza un investimento in alta formazione che con Human Foundation cerchiamo di accompagnare e accelerare da anni, cioè da quando la prospettiva della impact economy non era affatto nota in Italia.
Se la nuova sensibilità collettiva verso il futuro sostenibile è l’unica buona notizia nel cuore del dramma della pandemia, bisogna lavorare sodo e concretamente, adesso, per passare dalla retorica della sostenibilità e dal romanticismo dei proclami e delle migliori intenzioni alla pratica di quella che in tanti definiscono “resilienza trasformativa”, anche nel mondo della finanza e dell’impresa. La contabilità finanziaria integrata va in questa direzione smascherando definitivamente ogni forma di social e green washing e offrendo uno strumento concreto alla trasformazione del capitalismo.
È questo l’anello mancante al decollo della impact economy su scala globale. È questo il tassello che può davvero contribuire a quella autoriforma del capitalismo senza la quale nessuna trasformazione profonda è davvero possibile. Come nel secondo dopoguerra il capitalismo fissò le metriche necessarie a rendere i bilanci comparabili, oggi lavoriamo a uno strumento che renda possibile la comparabilità dei conti economici sul piano del social e del green impact. Nessuno lo aveva fatto prima d’ora. Adesso ci siamo. Il cambio di passo è possibile e non dobbiamo sbagliare. Con i nostri webinar, che proseguiranno per tutto novembre, lanciamo la prima campagna nazionale sulla contabilità integrata. Il ponte con Harvard può portarci finalmente lontano. Concretamente, non solo col pensiero e con le intenzioni.